Tutti i modi per ricaricare con Ewiva

Ewiva sta costruendo la più grande rete di ricarica pubblica ultra-veloce in Italia, un’infrastruttura sempre accessibile e alimentata al 100% da energia rinnovabile, distribuita in maniera capillare in tutta Italia da nord a sud. Ewiva ricopre il ruolo di CPO (Charging Operation Partner) e si occupa di installare e gestire le infrastrutture di ricarica sul territorio.

 

Gli e-driver locali e i turisti che scelgono di scoprire il territorio italiano in elettrico hanno a disposizione diverse soluzioni per ricaricare la propria auto con Ewiva:

 

1. Con carta o bancomat

Puoi pagare in modalità contactless con carte di debito, credito o prepagate dei circuiti Mastercard, Visa, Vpay e Maestro, o tramite Apple Pay e Google Pay.

Ti basterà selezionare “Carta di credito” e passare la carta o il device sul POS. Quando ricarichi con carta o bancomat il terminale blocca sul conto collegato alla carta un importo di pre-autorizzazione standard di 100€; una volta registrato l’importo effettivo, il residuo – al netto dell’addebito – verrà sbloccato con tempistiche che dipendono dall’istituto bancario. Qui trovi la lista delle stazioni di ricarica dove è possibile ricaricare pagando col POS.

 

2. Con app o carta RFID

Per ricaricare con app o carta RFID, puoi scegliere uno degli MSP (Mobility Service Provider) partner di Ewiva, che gestiscono i servizi di ricarica. Raggiunta la stazione Ewiva, seleziona la presa tramite l’app o avvicinando la carta RFID al lettore della colonnina e scegli il connettore a schermo; puoi quindi collegare il cavo al veicolo e avviare la sessione. Una volta raggiunto il livello di percentuale desiderato, puoi terminare la ricarica avvicinando la carta RFID e cliccando su “termina”. Infine, dovrai staccare il cavo e riporlo nell’alloggio.

 

3. Plug & charge

Il Plug&Charge è una modalità innovativa di fruizione di ricarica, sempre presente sulle stazioni Ewiva e che in futuro sarà sempre più diffusa. Se guidi un’auto elettrica abilitata, il tuo fornitore di servizi di ricarica (MSP) include il Plug&Charge ed è interoperabile con Ewiva, puoi ricaricare semplicemente collegando il veicolo alla colonnina. Ti basterà recarti alla stazione Ewiva, aprire lo sportellino del veicolo, staccare il connettore dalla colonnina e collegarlo all’auto. In pochi secondi, la ricarica parte in automatico grazie al “dialogo” tra colonnina e vettura. Per terminare la ricarica, basterà premere “stop” sul display della colonnina, staccare il connettore dall’auto e riporlo al suo posto.

 

Quali veicoli possono ricaricare alle stazioni Ewiva?

A prescindere dalla marca del veicolo, è sempre possibile accedere alle colonnine Ewiva: è necessario che veicolo sia abilitato alla ricarica in corrente continua (DC – anche detta ricarica in Modo 4) e che sia compatibile alle prese di tipo CCS Type 2, in linea con lo standard europeo e comuni al maggior numero di veicoli. In alcuni siti di ricarica Ewiva sono disponibili, inoltre, le prese di tipo CHAdeMO.

 

 

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Frenata rigenerativa: il segreto delle auto elettriche per risparmiare energia

Le auto elettriche rappresentano l’avanguardia dal punto di vista tecnologico e ingegneristico, portando innovazioni continue in termini di sostenibilità, efficienza e sicurezza; tra queste, la frenata rigenerativa occupa un ruolo chiave. Questo sistema permette di recuperare l’energia cinetica generata dalle auto elettriche durante i rallentamenti e gli arresti. Ma come funziona, e quali vantaggi offre?

 

La differenza con la frenata tradizionale

Per comprendere l’importanza della frenata rigenerativa, è utile fare un confronto con il sistema tradizionale di frenata, tipico dei veicoli a combustione. Nei motori termici, la frenata funziona attraverso l’attrito: quando si preme il pedale del freno, le pinze esercitano pressione sui dischi delle ruote, convertendo l’energia cinetica accumulata in calore. Questo calore, generato dall’attrito tra i freni e il terreno, viene disperso e sprecato. Al contrario, la frenata rigenerativa recupera questa energia, trasformandola in elettricità.

 

Come funziona la frenata rigenerativa

Il principio alla base della frenata rigenerativa è semplice ma ingegnoso: durante il rallentamento il motore elettrico si comporta come un generatore, convertendo l’energia cinetica in energia elettrica che viene immagazzinata nella batteria. Nella fase di accelerazione, invece, il motore utilizza l’energia della batteria per alimentare il veicolo. Questo processo consente di recuperare una parte significativa dell’energia che altrimenti andrebbe persa.

 

Per ottimizzare l’efficienza del sistema, è possibile adattare lo stile di guida: rilasciare gradualmente l’acceleratore prima di frenare permette di sfruttare al massimo il recupero energetico, rendendo più fluide e meno brusche le decelerazioni frequenti, tipiche della guida in città. Il risultato è un miglior controllo del veicolo, riducendo scatti improvvisi e migliorando la sicurezza.

 

I vantaggi della frenata rigenerativa

Oltre a migliorare la sicurezza e la maneggevolezza del veicolo, la frenata rigenerativa offre numerosi vantaggi legati alla durata delle componenti. Il sistema riduce l’usura dei freni e delle batterie, prolungandone la vita utile e diminuendo la necessità di manutenzione. Questo si traduce in un risparmio economico e in una riduzione dei costi di manutenzione, già inferiori rispetto ai veicoli tradizionali.

 

Inoltre, il sistema ha un impatto positivo sull’ambiente: ridurre lo spreco energetico significa una minore emissione di CO2, poiché l’usura dei freni contribuisce in maniera importante all’inquinamento atmosferico. La frenata rigenerativa rappresenta, quindi, un ulteriore passo in avanti verso la sostenibilità, riducendo non solo i consumi ma anche, complessivamente, l’impatto ambientale.

 

Fonti:

Il sistema di recupero dell’energia in frenataVolkswagen Italiahttps://www.volkswagen.it › … › Tecnologia ID.

Frenata rigenerativa: cos’è, come funziona, vantaggi, …La Gazzetta dello Sporthttps://www.gazzetta.it › Gazzetta Motori › La mia auto

Le batterie delle auto elettriche: falsi miti da sfatare

Le batterie sono una componente fondamentale delle auto elettriche ma anche uno dei suoi elementi più discussi, sia quando si parla di prestazioni che quando si analizza l’impatto ambientale delle BEV.

 

Il fatto che tra i principali componenti dei sistemi di accumulo ci siano materiali come litio, cobalto o nichel alimenta il timore che smaltire le batterie possa essere un problema e avere un impatto negativo sull’ambiente; inoltre, ci sono spesso dubbi rispetto allo smaltimento delle batterie stesse una volta che non sono più in grado di accumulare l’energia necessaria ad alimentare le vetture elettriche. Ma è davvero così?

 

Le batterie non finiscono in discarica

Partiamo col dire che in Europa lo smaltimento delle batterie in discarica è vietato: una volta terminato il primo ciclo di vita le batterie possono essere riutilizzate per altri scopi, mentre quando la batteria è del tutto inutilizzabile è obbligatorio il riciclo dei materiali e dei componenti.

 

Negli ultimi anni in UE è stato avviato un piano ambizioso con cui, entro il 2031, innalzare tra l’80 e il 90% le percentuali di recupero mirato di materiali rari come litio, cobalto, rame, piombo e nichel.

 

Un programma che consente di risparmiare sulla ricerca e sulla lavorazione interna delle materie prime, tagliando le attività minerarie: una vera e propria opportunità per l’Italia e per tutti gli altri stati europei per acquisire indipendenza industriale, crescita economica, produttiva e occupazionale, senza rinunciare al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale per cui l’elettrificazione della mobilità privata è già un tassello fondamentale.

 

La seconda e la terza vita delle batterie

Prima di essere smaltita, la batteria di un’auto elettrica può vivere una seconda e, in alcuni casi, anche una terza vita; indicativamente, la maggior parte delle case automobilistiche garantisce la batteria per 8 anni. Al termine del suo primo ciclo di vita si misura lo stato di salute (State of Health, SoH), ovvero la sua capacità di accumulo dell’energia rispetto al suo stato originale, e in base a questa percentuale esistono tre strade:

 

– Quando la batteria ha una capacità di accumulo superiore al 75% può essere utilizzata per altri scopi, come ad esempio all’interno di sistemi di accumulo statico.

– Con una capacità compresa tra il 65% e il 75% la batteria può essere ricondizionata: viene disassemblata, riparata e riportata alla sua capacità di accumulo originale

– Le batterie con una percentuale inferiore al 65% devono essere obbligatoriamente riciclate secondo le normative dell’Unione Europea.

 

Riciclo delle batterie: non un problema ma una risorsa

Nuove destinazioni di utilizzo, minore dipendenza dall’importazione di materie prime, creazione di nuovi posti di lavoro in tutta Europa. Il riciclo e il riutilizzo delle batterie non solo porta vantaggi ambientali e industriali, ma attiva un ciclo di economia circolare che potenzialmente genera profitti economici molto importanti per l’Italia e per gli altri stati membri.

 

Si stima che in Europa al 2050 il riciclo delle batterie delle auto elettriche creerà un giro d’affari da 6 miliardi di euro; in Italia, senza valutare l’indotto e prendendo in considerazione solo le batterie delle auto elettriche presenti sul territorio, si stimano 600 milioni di euro di ricavi.

 

Fonti:

https://www.motus-e.org/studi_e_ricerche/il-riciclo-delle-batterie-dei-veicoli-elettrici-2050-scenari-evolutivi-e-tecnologie-abilitanti/

https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2023/07/10/council-adopts-new-regulation-on-batteries-and-waste-batteries/#:~:text=Il%20regolamento%20prevede%20livelli%20minimi,al%206%25%20per%20il%20nichel.

https://www.tecnobattery.it/2023/03/ciclo-di-vita-delle-batterie-al-litio-e-al-piombo/

 

State of Charge (SoC): di cosa si tratta e perché è importante

Lo State of Charge (SoC) rappresenta lo stato di carica di una batteria, misurato in relazione alla sua capacità totale: si tratta di un indicatore fondamentale, che riflette la quantità di energia disponibile all’interno della batteria. Il SoC fornisce un’indicazione chiara dell’energia rimanente prima che la batteria si esaurisca, risultando cruciale per il monitoraggio e la gestione della batteria stessa.

 

È fondamentale, per garantire prestazioni elevate e una lunga vita utile alle batterie delle auto elettriche, implementare strategie efficaci di gestione dello State of Charge: un SoC ben monitorato e mantenuto all’interno di intervalli ottimali non solo preserva lo stato di salute della batteria (State of Health, SoH), ma contribuisce anche a migliorare l’efficienza energetica e la sicurezza del veicolo.

 

Perché monitorare lo State of Charge?

Un monitoraggio accurato dello State of Charge è essenziale per garantire prestazioni ottimali, sicurezza e longevità della batteria. Ci sono tre ragioni per monitorarlo accuratamente:

 

1. Ottimizzazione delle prestazioni

Conoscere il SoC consente di ottimizzare l’uso della batteria, evitando situazioni di sovraccarico o scarica completa che potrebbero danneggiare le celle e ridurre la vita utile della batteria stessa.
Inoltre, è fondamentale cercare di evitare temperature estreme: un eccessivo surriscaldamento durante l’uso o la ricarica può accelerare il degrado delle celle. Un monitoraggio continuo aiuta anche a pianificare con precisione l’autonomia residua, migliorando l’efficienza complessiva del veicolo.

 

2. Aumento della sicurezza

Un monitoraggio adeguato del SoC è cruciale per la sicurezza operativa. Le batterie sovraccaricate o scaricate eccessivamente possono diventare instabili, aumentando il rischio di surriscaldamento. Invece di attendere che la batteria si scarichi completamente, è consigliabile effettuare ricariche frequenti senza raggiungere il 100%: questo riduce lo stress e migliora l’efficienza nel lungo periodo.

 

3. Gestione energetica efficiente

Mantenere il SoC entro un range ottimale, generalmente compreso tra il 20% e l’80%, assicura una gestione energetica efficiente e una maggiore durata del sistema. Infatti, operare entro questo intervallo riduce lo stress sulle celle della batteria, prolungandone la vita operativa e migliorando l’efficienza del ciclo di carica-scarica.

 

Sistemi di gestione della batteria (BMS)

Il Battery Management System (BMS) è il cuore del sistema di gestione delle batterie nelle auto elettriche: questo componente essenziale monitora continuamente lo stato delle celle della batteria, analizzando parametri come la tensione, la corrente e la temperatura. Il BMS calcola in tempo reale lo State of Charge, permettendo al veicolo di ottimizzare il consumo di energia e prevenire potenziali problemi come sovraccarichi o scariche eccessive, che possono ridurre drasticamente la vita utile della batteria.

 

Nel contesto delle auto elettriche, il BMS svolge anche un ruolo cruciale nella gestione termica, evitando che la batteria si surriscaldi durante la ricarica o l’uso intenso. Un BMS avanzato può bilanciare le celle della batteria, garantendo che tutte operino in modo uniforme e migliorando l’efficienza complessiva del sistema.

 

Lo State of Charge quindi è un parametro necessario per la corretta gestione e ottimizzazione delle batterie; con una buona gestione del SoC è infatti possibile garantire prestazioni ottimali, maggiore sicurezza e un aumento della durata utile delle batterie.

Smart Mobility: il futuro della mobilità urbana

La Smart Mobility rappresenta il futuro dello sviluppo della mobilità sostenibile: grazie all’implementazione di una serie di diverse tecnologie, infrastrutture e soluzioni, è infatti possibile integrare efficienza, digitalizzazione e sostenibilità, migliorando non solo la qualità della vita delle persone in ambito urbano, ma rendendo al contempo gli spostamenti e i viaggi sempre più ecologici e sostenibili.

 

Il concetto di Smart Mobility abbraccia una vasta gamma di soluzioni: dall’adozione sempre più estesa della mobilità elettrica, sia privata che condivisa, fino al potenziamento dei trasporti pubblici e della mobilità dolce, con l’obiettivo di ridurre il traffico e ottimizzare gli spostamenti.

 

Per promuovere una mobilità davvero sostenibile e accessibile a tutti è fondamentale, inoltre, lo sviluppo di una estesa e capillare rete di ricarica per veicoli elettrici. L’installazione di stazioni di ricarica ultra-veloce e ad alta potenza, come quelle che sta costruendo Ewiva in Italia, è essenziale per incentivare una sempre maggiore diffusione delle auto elettriche, riducendo i tempi di ricarica e rendendone più vantaggiosa e pratica l’adozione.

 

Per rendere le città sempre più sostenibili, in un’ottica di Smart Mobility è importante una sempre maggiore sinergia e integrazione tra differenti mezzi di trasporto, supportata dall’implementazione di servizi digitali che ottimizzano i percorsi e migliorano l’efficienza.

 

In questo contesto, l’interoperabilità tra diversi sistemi di trasporto pubblico e privato permette una pianificazione degli spostamenti sempre più fluida ed efficiente, riducendo di conseguenza il traffico e l’inquinamento.

 

Per sfruttare appieno i benefici della Smart Mobility, è essenziale tenere in considerazione i seguenti principi:

 

1. Promuovere l’adozione di soluzioni di mobilità sostenibili e integrate: incentivare l’interoperabilità e l’integrazione tra mezzi di trasporto privati, sistemi di trasporto pubblico e servizi digitali per la pianificazione degli spostamenti.

 

2. Incentivare l’adozione della mobilità elettrica: non solo tramite incentivi per l’acquisto dei veicoli, ma garantendo benefici per gli e-driver e implementando politiche a sostegno della diffusione delle stazioni di ricarica.

 

3. Incentivare l’uso del trasporto pubblico: migliorare la qualità, la frequenza e l’accessibilità del trasporto pubblico, rendendolo una soluzione di mobilità efficiente e sostenibile.

 

4. Implementare soluzioni di mobilità condivisa: promuovere l’utilizzo di servizi di car-sharing e bike-sharing, incentivandone l’utilizzo integrato con altre modalità di trasporto sostenibili.

 

La transizione verso una Smart Mobility richiede la collaborazione tra amministrazioni pubbliche, aziende private e cittadini, con l’obiettivo comune di creare città più vivibili, sostenibili e pronte per le sfide future della mobilità.

 

Fonti:

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX%3A52020DC0789

https://corporate.enelx.com/it/question-and-answers/what-is-a-smart-city

https://www.nomadia-group.com/it/risorse/blog/vantaggi-e-sfide-della-smart-mobility/

Che cos’è la curva di ricarica e perché è importante per la salute della batteria

La curva di ricarica di un’auto elettrica descrive il modo in cui la velocità di ricarica varia nel tempo mentre la batteria accumula energia. La batteria non assorbe l’energia in maniera uniforme durante tutto il processo di ricarica; la velocità infatti è influenzata sia dalla potenza istantanea erogata della colonnina, sia da quella massima che può assorbire la batteria stessa – oltre che, in misura minore, dalla temperatura.

 

Immaginiamo di dover riempire un bicchiere d’acqua fino all’orlo senza farlo traboccare: probabilmente riempiremo rapidamente il bicchiere fino a tre quarti, per poi dosare con attenzione la portata dell’acqua man mano che ci avviciniamo al bordo.

 

Il processo di ricarica funziona in modo simile: l’energia si accumula più rapidamente nella prima fase, quando la batteria è quasi scarica, e rallenta progressivamente man mano che ci si avvicina al 100%. Questo comportamento diventa particolarmente evidente quando la carica supera l’80%: a questo punto, la velocità di ricarica diminuisce sensibilmente per prevenire surriscaldamenti e quindi il potenziale deterioramento della batteria. Questo approccio è essenziale per prolungare la vita utile della batteria stessa.

 

I sistemi operativi delle auto elettriche adottano diverse strategie per gestire in modo intelligente il processo di ricarica e preservare la batteria:

 

– Controllo della temperatura: la gestione termica è indispensabile per evitare surriscaldamenti che possono compromettere le funzioni primarie della batteria. Avanzati sistemi di monitoraggio analizzano costantemente la temperatura durante la ricarica, attivando meccanismi di raffreddamento o riscaldamento per mantenere le condizioni ottimali.

 

– Modulazione della velocità di ricarica: come già accennato, la velocità di ricarica è modulata per essere più rapida all’inizio e più lenta verso la fine. Questo aiuta a preservare la batteria e migliora l’efficienza complessiva del processo di ricarica.

 

– Algoritmi di ottimizzazione: software dedicati analizzano lo stato della batteria e ottimizzano il flusso di ricarica, garantendo che ogni cella della batteria riceva la quantità corretta di energia.

 

La salute e la longevità della batteria dipendono anche dalle abitudini degli e-driver. Per ottimizzare l’efficienza e prolungare la vita della batteria dell’auto elettrica, è utile seguire alcuni consigli pratici:

 

– Monitorare lo stato della batteria: è consigliabile mantenere il livello di carica della batteria tra il 20% e l’80%, evitando di raggiungere il 100% ad ogni ricarica. In questo modo, si riduce lo stress sulle celle della batteria.

 

– Variare le modalità di ricarica: la ricarica ultra-rapida, come quella offerta dalla rete Ewiva, è la soluzione ideale per fare il pieno di energia alla massima velocità; è consigliabile comunque ricaricare la propria auto in base alle proprie esigenze, scegliendo altre modalità di ricarica, come quella lenta, in base alle necessità e ai casi d’uso.

 

– Prestare attenzione alle temperature estreme: la ricarica in condizioni climatiche estreme, sia di caldo che di freddo, influisce negativamente sia sul processo di ricarica che sulla salute della batteria. In questi casi, è importante scegliere il momento più adatto della giornata per ricaricare, preservando così l’auto da condizioni climatiche avverse.

 

Fonti:

https://www.ansa.it/canale_motori/notizie/componentie_tech/2022/07/18/rischi-grande-caldo-come-reagiscono-le-auto-elettriche_8736468a-5c84-4513-b98c-9e64c29cfec0.html

https://modo.volkswagengroup.it/it/mobotica/auto-elettriche-conta-piu-la-capacita-o-la-velocita-di-ricarica

https://www.audi-mediacenter.com/en/press-releases/audi-e-tron-models-with-high-charging-performance-12758

Punto di ricarica elettrica, colonnina e stazione: facciamo chiarezza e scopriamo le differenze

Conoscere le parole che compongono il lessico della mobilità elettrica è fondamentale per comprendere fino in fondo le sue peculiarità e potenzialità. Con l’ABC di seguito scopriamo quali sono le differenze tra stazione, colonnina e Punto di ricarica elettrica (Point Of Charge – POC).

 

Con la definizione di “stazione di ricarica eletttrica” si intende il sito di ricarica nel suo complesso: include quindi le singole colonnine e tutti gli elementi che permettono agli utenti di usufruire del servizio, come l’intera area di manovra e parcheggio con gli stalli per le auto in ricarica e la cabina elettrica che permette l’erogazione dell’energia alla stazione stessa.

 

Ogni stazione di ricarica Ewiva è pensata per rispondere alle differenti esigenze degli e-driver e venire incontro alle necessità dei partner che la ospitano. Ewiva offre diverse soluzioni in questo senso: le stazioni Ewiva vanno dalla più piccola Standalone, che include una sola colonnina, fino alla soluzione Premium, che include ben 7 colonnine ad alta potenza e può essere dotata di pannelli fotovoltaici e una area lounge per gli e-driver con servizi igienici, punto ristoro e area relax.

 

In ogni stazione di ricarica, si trovano le “infrastrutture di ricarica” (IdR), più comunemente conosciute come colonnine, che rappresentano il cuore della stazione e del servizio all’utente: Ewiva impiega colonnine ultra-fast ad alta potenza, che erogano dai 100 ai 300kW di potenza, permettendo agli e-driver di ricaricare la propria auto in circa 20 minuti.

 

Ogni colonnina, infine, può includere uno o più punti di ricarica dove gli e-driver – tramite il cavo connettore – possono ricaricare la propria auto, anche in contemporanea su una stessa colonnina se questa possiede più punti di ricarica. Il “punto di ricarica” (point of charge – PoC), infatti, corrisponde alla presa vera e propria e, dunque, il numero totale dei punti di ricarica è un indicatore importante per comprendere lo stato di diffusione della rete. Secondo l’ultimo report di Motus-E, aggiornato a marzo 2024, in Italia sono attivi oltre 54.000 punti di ricarica distribuiti in più di 18.500 stazioni, con un aumento del 38% rispetto allo stesso periodo del 2023.

 

Di questi oltre 3000 sono punti di ricarica ultra-fast, il segmento in cui opera Ewiva, che sta contribuendo allo sviluppo di una rete di ricarica ad alta potenza sempre più capillare da Nord a Sud e fino a giugno 2024 ha realizzato oltre 1.200 punti di ricarica.

Overshoot Day 2024

L’Overshoot Day 2024 cade l’1 agosto: è il giorno in cui l’umanità esaurisce tutte le risorse naturali che la Terra è capace di produrre in un anno. Dopo questa data, l’umanità inizia a vivere “a credito” nei confronti del pianeta, utilizzando risorse che non possono essere rinnovate e accumulando un deficit ecologico fino alla fine dell’anno.

 

A causa dell’eccessiva domanda di risorse, ogni anno questo giorno arriva sempre prima: solo nel 1971 la giornata in cui si esauriva il “budget” annuale di risorse cadeva a fine dicembre. Nel 2023 l’Overshoot Day è stato il 2 agosto, e con l’attuale ritmo di sfruttamento delle risorse sarebbero necessari 1,7 pianeti Terra per soddisfare la domanda umana. Le conseguenze sono quelle che ognuno di noi può già avvertire ogni giorno: le temperature medie aumentano e gli eventi climatici estremi diventano più frequenti, la perdita di biodiversità accelera, crescono i problemi di salute per le persone.

 

Il peso dei Trasporti sulla nostra impronta ecologica

Il settore dei trasporti è a oggi responsabile di un terzo delle emissioni totali globali di gas serra: un dato molto vicino a quello relativo all’Unione Europea, dove oltre i 2/3 della CO2 totale è emessa dal trasporto stradale. Gli obiettivi dell’UE sono ben precisi: ridurre del 60% le emissioni provenienti dal traffico stradale entro il 2030 e del 90% entro il 2050, data fissata per raggiungere il traguardo delle emissioni zero.

 

Si stima che attraverso questo passaggio graduale dalle vetture tradizionali a combustione alle auto elettriche in tutto il mondo, l’Overshoot day verrebbe rimandato di 2,5 giorni con un impatto ancora maggiore se aumentasse l’apporto di energia proveniente da fonti rinnovabili per ricaricare le batterie. Per questo Ewiva per alimentare la sua rete di ricarica ultra-veloce utilizza il 100% di energia rinnovabile. Si stima che tramite le oltre 800.000 ricariche effettuate nelle stazioni Ewiva fino a luglio, sia stata evitata l’emissione di oltre 18.000 tonnellate di CO2.

 

Ognuno può fare la sua parte

Oltre a cambiamenti più strutturali, per i quali sono chiamati ad agire governi, istituzioni e aziende, esistono delle piccole azioni quotidiane che possono influire in maniera importante sull’ utilizzo sostenibile delle risorse, se compiute da ognuno di noi.

 

Ad esempio, adottare anche nelle proprie case l’illuminazione tramite Led sposta l’Overshoot day avanti di quasi due giorni, allungare la vita dei vestiti e abbandonare progressivamente il fast fashion allunga la vita delle risorse terrestri di 6 giorni, che diventano 13 con l’adozione di un’alimentazione con meno sprechi di cibo.

 

Queste azioni possono sembrare troppo piccole per scalfire il sovrasfruttamento di risorse del pianeta o invertire la rotta del cambiamento climatico, ma se riuscissimo a spostare il conteggio dell’Overshoot day in avanti di 6 giorni ogni anno, entro il 2050 potremmo riportare il consumo di risorse in parità ed evitare il sovrasfruttamento.

La Formula 1 verso un futuro sempre più elettrico

La Formula Uno ha deciso di puntare ancora di più sulla potenza e l’affidabilità dell’elettrico. Le nuove linee guida della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA), che entreranno in vigore a partire dal Mondiale 2026, prevedono importanti cambiamenti a livello di regolamento e non solo: grazie a una crescente importanza delle componenti elettriche, le monoposto acquisiranno più velocità e maggiore aerodinamica, attraverso sistemi tecnologici innovativi ed efficienti.

 

Una nuova power unit

La power unit è l’insieme dei componenti elettromeccanici di accumulo dell’energia che alimenta le vetture di Formula 1; tradizionalmente a combustione, già negli ultimi anni era subentrata una componente di alimentazione elettrica. Dal 2026 la nuova generazione di power unit sarà alimentata al 50% da energia elettrica, percentuale che invece oggi si aggira intorno al 25%. Con questo cambiamento, il contributo della batteria passa da 120kWh a 350kWh, con un aumento del 300% della potenza elettrica.

 

Più accelerazione e sicurezza grazie all’elettrico

Le vetture di Formula Uno non saranno più dotate di Drs, il sistema di resistenza aerodinamica introdotto qualche anno fa per favorire i sorpassi e rendere più spettacolari le corse. Dal 2026 al posto del Drs sarà introdotto il Manual Override, un sistema ibrido che consente di sfruttare l’accelerazione immediata del motore elettrico per un tempo più lungo in rettilineo rispetto ad un concorrente. La scelta della FIA è stata dettata anche dal fatto che il Manual Override è una modalità più sicura di agevolare i sorpassi rispetto al DRS, che può essere condizionato da malfunzionamenti ed è più pericoloso in caso di condizioni meteo avverse. Questo nuovo sistema, in cui l’elettrico è protagonista, estende l’utilizzo della potenza massima (350kWh), con una velocità massima di 337km/h anziché 290km/h.

 

Si tratta di cambiamenti importanti, in potenza, anche per il mercato delle Bev: l’adozione sempre più radicata della componente elettrica in Formula Uno in futuro potrà avere un impatto sempre più rilevante su tutto il settore automotive.

 

Fonti:

https://sport.sky.it/formula-1/2024/06/06/f1-mondiale-2026-fia-regole#08

le-nuove-power-unit-f1-sempre-piu-ecologiche-costeranno-un-miliardo.shtml

Auto elettrica e caldo: consigli per l’estate

È arrivata l’estate, e con l’aumento delle temperature e i viaggi estivi on the road alle porte è fondamentale essere preparati per godersi al meglio le proprie avventure in elettrico.

 

Anche le auto elettriche, come le vetture tradizionali, possono risentire delle alte temperature: il caldo estremo può infatti influenzare la tenuta della batteria e la velocità della ricarica. Se nelle vetture tradizionali, per evitare l’eccessivo surriscaldamento del motore entrano in gioco liquidi di raffreddamento e radiatore, nelle auto elettriche esistono appositi sistemi di regolazione della temperatura che preservano lo stato delle batterie agli ioni di litio.

 

Si tratta di componenti fondamentali soprattutto quando l’auto è in marcia o in ricarica, perché le temperature esterne contribuiscono ad innalzare quelle già elevate del pacco batteria in azione. Il caldo, soprattutto quando le temperature esterne superano i 35 gradi, influisce sulle prestazioni e sullo stato di salute generale della batteria, per questo è importante mettere in pratica alcuni utili accorgimenti.

 

Ecco alcuni consigli per viaggiare e ricaricare senza problemi la tua auto elettrica in estate.

 

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Prenditi una pausa

D’estate, soprattutto durante i lunghi viaggi, è fondamentale fare delle pause. Mentre l’auto si ricarica alla colonnina, approfittane per un break rinfrescante. Le stazioni Ewiva sono sempre posizionate in location strategiche dove a pochi passi gli e-driver possono trovare bar, ristoranti, negozi e servizi. Un’ottima occasione per fare il pieno di energia e vivere al meglio il tempo della ricarica.

 

Durante la ricarica, usa la funzione di pre-raffreddamento

Anche se le auto elettriche più recenti sono dotate di sistemi di raffreddamento avanzati e più efficienti, è bene mantenere sane abitudine per preservarle al meglio. Durante la ricarica, attiva la funzione di pre-raffreddamento dell’abitacolo: il climatizzatore utilizzerà l’energia erogata dalla rete, preservando quella della batteria che potrai invece sfruttare appieno durante il viaggio.

 

Adotta uno stile di guida equilibrato

Oltre all’utilizzo dell’aria condizionata e ai giusti accorgimenti per massimizzare l’efficienza energetica, ci sono altre best practice che possono influenzare positivamente l’esperienza di viaggio in elettrico nei mesi più caldi. In particolare, l’adozione di uno stile di guida equilibrato, quindi moderando la velocità ed evitando brusche manovre, preserva la salute della batteria, oltre ad aumentare la sicurezza di chi è a bordo e aumentare l’efficienza dell’auto.

 

Ricarica nei momenti meno caldi della giornata

Le alte temperature esterne sono l’elemento di disturbo più difficile da affrontare durante l’estate: le batterie delle auto elettriche, e in particolar modo le colonnine di ricarica, possono subire un calo delle prestazioni nel momento in cui le temperature superano i 35 gradi. Ricaricare nei momenti più freschi delle giornate estive è un modo molto efficace per ottenere una ricarica più efficiente. Dunque, se possibile, ricarica la tua auto di mattina presto oppure di sera, evitando così i momenti più caldi della giornata

 

 

Fonti:

https://insideevs.it/features/676233/auto-elettrica-consigli-caldo-estate/
https://insideevs.it/features/723981/ricarica-auto-elettrica-caldo-estate/
https://www.electromaps.com/it/blog/limpatto-del-calore-sulle-batterie-delle-auto-elettriche#:~:text=Batteria%20e%20surriscaldamento,elevate%20e%20i%20viaggi%20pi%C3%B9%20lunghi.