27 September 2024
Mobilità elettrica

Le batterie delle auto elettriche: falsi miti da sfatare

Le batterie sono una componente fondamentale delle auto elettriche ma anche uno dei suoi elementi più discussi, sia quando si parla di prestazioni che quando si analizza l’impatto ambientale delle BEV.

 

Il fatto che tra i principali componenti dei sistemi di accumulo ci siano materiali come litio, cobalto o nichel alimenta il timore che smaltire le batterie possa essere un problema e avere un impatto negativo sull’ambiente; inoltre, ci sono spesso dubbi rispetto allo smaltimento delle batterie stesse una volta che non sono più in grado di accumulare l’energia necessaria ad alimentare le vetture elettriche. Ma è davvero così?

 

Le batterie non finiscono in discarica

Partiamo col dire che in Europa lo smaltimento delle batterie in discarica è vietato: una volta terminato il primo ciclo di vita le batterie possono essere riutilizzate per altri scopi, mentre quando la batteria è del tutto inutilizzabile è obbligatorio il riciclo dei materiali e dei componenti.

 

Negli ultimi anni in UE è stato avviato un piano ambizioso con cui, entro il 2031, innalzare tra l’80 e il 90% le percentuali di recupero mirato di materiali rari come litio, cobalto, rame, piombo e nichel.

 

Un programma che consente di risparmiare sulla ricerca e sulla lavorazione interna delle materie prime, tagliando le attività minerarie: una vera e propria opportunità per l’Italia e per tutti gli altri stati europei per acquisire indipendenza industriale, crescita economica, produttiva e occupazionale, senza rinunciare al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale per cui l’elettrificazione della mobilità privata è già un tassello fondamentale.

 

La seconda e la terza vita delle batterie

Prima di essere smaltita, la batteria di un’auto elettrica può vivere una seconda e, in alcuni casi, anche una terza vita; indicativamente, la maggior parte delle case automobilistiche garantisce la batteria per 8 anni. Al termine del suo primo ciclo di vita si misura lo stato di salute (State of Health, SoH), ovvero la sua capacità di accumulo dell’energia rispetto al suo stato originale, e in base a questa percentuale esistono tre strade:

 

– Quando la batteria ha una capacità di accumulo superiore al 75% può essere utilizzata per altri scopi, come ad esempio all’interno di sistemi di accumulo statico.

– Con una capacità compresa tra il 65% e il 75% la batteria può essere ricondizionata: viene disassemblata, riparata e riportata alla sua capacità di accumulo originale

– Le batterie con una percentuale inferiore al 65% devono essere obbligatoriamente riciclate secondo le normative dell’Unione Europea.

 

Riciclo delle batterie: non un problema ma una risorsa

Nuove destinazioni di utilizzo, minore dipendenza dall’importazione di materie prime, creazione di nuovi posti di lavoro in tutta Europa. Il riciclo e il riutilizzo delle batterie non solo porta vantaggi ambientali e industriali, ma attiva un ciclo di economia circolare che potenzialmente genera profitti economici molto importanti per l’Italia e per gli altri stati membri.

 

Si stima che in Europa al 2050 il riciclo delle batterie delle auto elettriche creerà un giro d’affari da 6 miliardi di euro; in Italia, senza valutare l’indotto e prendendo in considerazione solo le batterie delle auto elettriche presenti sul territorio, si stimano 600 milioni di euro di ricavi.

 

Fonti:

https://www.motus-e.org/studi_e_ricerche/il-riciclo-delle-batterie-dei-veicoli-elettrici-2050-scenari-evolutivi-e-tecnologie-abilitanti/

https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2023/07/10/council-adopts-new-regulation-on-batteries-and-waste-batteries/#:~:text=Il%20regolamento%20prevede%20livelli%20minimi,al%206%25%20per%20il%20nichel.

https://www.tecnobattery.it/2023/03/ciclo-di-vita-delle-batterie-al-litio-e-al-piombo/