Pompa di calore nelle auto elettriche: come funziona e quali sono i vantaggi

Cos’è la pompa di calore delle auto elettriche e a cosa serve?

Quando si parla di auto elettriche, l’efficienza energetica è uno degli aspetti più importanti per garantire prestazioni ottimali e massimizzare l’autonomia. Tra le soluzioni tecnologiche più innovative che migliorano il comfort e riducono i consumi energetici, spicca la pompa di calore, un sistema avanzato per la gestione termica dell’abitacolo e delle componenti del veicolo.

 

Come funziona la pompa di calore

La pompa di calore è un dispositivo che sfrutta i principi della termodinamica per riscaldare o raffreddare l’abitacolo e gestire la temperatura di alcune componenti del veicolo, come la batteria. La sua caratteristica principale è l’elevata efficienza energetica: anziché generare calore attraverso sistemi tradizionali, questo sistema utilizza l’energia termica già presente nell’ambiente, riducendo significativamente il carico sulla batteria. La pompa di calore utilizza un fluido che, una volta compresso, si riscalda generando calore che, successivamente, verrà trasferito all’aria destinata all’abitacolo o ai componenti del veicolo.

 

Il fluido refrigerante passa da uno stato liquido a uno gassoso e viceversa. Durante l’evaporazione, il fluido assorbe calore dall’ambiente esterno, mentre nella fase di condensazione rilascia calore, riscaldando o raffreddando l’aria che attraversa il sistema.

Questo meccanismo è molto efficiente perché permette alla pompa di calore di generare una quantità di calore fino a quattro volte superiore rispetto all’energia elettrica consumata, sfruttando fonti di energia ambientale.

 

I vantaggi della pompa di calore nelle auto elettriche

Miglioramento dell’autonomia
Poiché la pompa di calore consuma meno energia rispetto ai sistemi tradizionali, riduce l’impatto del riscaldamento o del raffreddamento sulla batteria. Questo consente di preservare lo stato della batteria e consente una maggiore autonomia.



Efficienza energetica
La pompa di calore produce una quantità di energia termica significativamente superiore rispetto all’energia elettrica consumata, aumentando l’efficienza complessiva del veicolo.



Comfort climatico
Garantisce una gestione ottimale del clima interno, offrendo un ambiente confortevole sia in inverno che in estate, con una risposta rapida alle variazioni di temperatura.



Versatilità
La pompa di calore è particolarmente utile nei climi freddi, dove i sistemi di riscaldamento tradizionali consumano molta energia, ma offre benefici anche in estate, raffreddando l’abitacolo in modo più efficiente.

 

La pompa di calore non influisce solo sulla temperatura dell’abitacolo, ma offre vantaggi significativi anche per la gestione della batteria:

 

– Miglior equilibrio termico: una temperatura stabile è essenziale per il funzionamento ottimale della batteria. La pompa di calore aiuta a mantenere la batteria entro il range di temperatura ideale, migliorandone efficienza e durata;

 

– Ottimizzazione della ricarica: batterie ben termoregolate possono essere ricaricate in modo più efficiente, riducendo i tempi di ricarica e migliorando la sicurezza;

 

– Protezione contro temperature estreme: in inverno, evita che le batterie si raffreddino troppo, mentre in estate la pompa di calore previene surriscaldamenti. In entrambi i casi, si tratta di fattori che possono ridurre la capacità e la longevità della batteria.

 

La pompa di calore rappresenta una delle tecnologie chiave per le auto elettriche, contribuendo a migliorare autonomia, efficienza e comfort. Questo sistema non solo riduce il consumo energetico, ma svolge anche un ruolo cruciale nella gestione termica delle batterie, rendendo i veicoli elettrici più performanti e sostenibili, soprattutto in condizioni climatiche estreme.

Quanto pesa il Black Friday sull’ambiente?

Il Black Friday, ricorrenza annuale nota per le sue straordinarie offerte e il conseguente boom di acquisti, movimenta ogni anno milioni di tonnellate di merci in tutto il mondo. Secondo i dati Eurostat, in Europa, oltre il 70% delle merci viaggia su gomma. Tuttavia, un report ACEA  (The European Automobile Manufacturers’ Association) del 2021, rileva che solo lo 0,3% delle flotte è elettrico. Questi numeri fanno del trasporto merci uno dei settori più impattanti in termini di emissioni del continente, soprattutto nella settimana del Black Friday, quando la movimentazione dei prodotti raggiunge il picco massimo.

 

Black Friday: l’impatto ambientale del trasporto merci

Secondo i dati di “Transport & Environment“, durante la settimana del Black Friday 2023, in Europa sono state emesse oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2, segnando un incremento del 94% rispetto a una settimana normale. Questo impatto significativo evidenzia la necessità di soluzioni più sostenibili nel settore del trasporto merci.

 

In Italia, secondo un report di Motus-E, l’88% delle merci viaggia su gomma, contribuendo per il 27% alle emissioni totali del Paese. È importante sottolineare che, nonostante il trasporto merci rappresenti solo il 2% di tutti i veicoli in circolazione, esso produce quasi un quarto delle emissioni totali del trasporto su strada.

 

 

Black Friday: soluzioni per un futuro green

Una delle risposte più significative degli ultimi anni per ridurre le emissioni è arrivata dall’Unione Europea con il programma “REPowerEU”: un piano di investimenti e regolamentazioni volto a rendere l’UE più indipendente e sostenibile dal punto di vista energetico, promuovendo l’adozione della mobilità elettrica per cittadini e aziende.

 

Tra i punti del programma ci sono anche fondi a sostegno delle aziende che decidono di elettrificare le proprie flotte aziendali. Gli obiettivi ambientali sono distribuiti in un piano a lungo termine scaglionato in tre tappe: ridurre le emissioni del 65% entro il 2035, del 90% entro il 2040 e del 98% entro il 2050, con l’elettrificazione contestuale di almeno due terzi del parco mezzi dedicato al trasporto commerciale.

 

Oltre ai benefici ambientali, il programma prevede anche importanti ricadute per l’economia dell’Unione Europea, con 31,4 miliardi di euro investiti sullo sviluppo dell’infrastruttura del trasporto green e la creazione di oltre 540.000 nuovi posti di lavoro.

Anche il futuro del Black Friday può quindi essere più verde, grazie a un impegno deciso e graduale verso la sostenibilità e l’innovazione tecnologica nel settore del trasporto merci.

La Rete dei Comuni: Macugnaga (VB)

Con la Rete dei Comuni” raccontiamo i territori dove sono installate le infrastrutture Ewiva che offrono e-driver della zona e turisti una rete di ricarica ultra-veloce, affidabile e alimentata da fonti 100% sostenibili. Oggi facciamo rotta su Macugnaga, località del Piemonte situata ai piedi del Monte Rosa.

 

Macugnaga (VB): un gioiello ai piedi del Monte Rosa

Macugnaga è un gioiello del Piemonte. Si tratta di un centro ricco di storia e natura, circondato da laghi e attraversato da diversi corsi d’acqua, composto da una decina di comunità raggruppate lungo la parete orientale del Monte Rosa.

In quest’area i primi insediamenti risalgono al XII secolo e ancora oggi sono ancora ben conservate molte abitazioni Walser, nome della popolazione che all’epoca ha abitato questi luoghi.

 

La Stazione Ewiva a Macugnaga

Nel territorio di Macugnaga (VB) è possibile trovare l’alta potenza di Ewiva in Centro Abitato Pecetto, 129, 28876 Macugnaga. Si tratta di una stazione con 1 punto di ricarica da 100 kW per fare il pieno di energia prima di scoprire tutte le bellezze di questo territorio.

 

Da non perdere nelle vicinanze

 

Lago delle fate

Uno dei gioielli di Macugnaga è il Lago delle fate, un luogo incantato e ameno dominato dalle montagne e caratterizzato dalle tonalità intense. Uno specchio d’acqua di colore smeraldo che si trova a circa 1330 metri di altitudine, meta di diversi percorsi di trekking che partono dalle località di Macugnaga: le rive del lago sono ricche di prati, i sentieri sono ombreggiati e adatti per passeggiate di gruppo o in famiglia.

 

Funivia per il Monte Moro

Macugnaga ha sempre mantenuto nella sua storia una forte tradizione di montagna, tra sport alpini, ristorazione tipica e una natura incontaminata. Per scoprire le bellezze dei dintorni del Monte Rosa, sono stati costruiti degli impianti di risalita: la funivia per il Monte Moro è una di queste e raggiunge i 2870 m d’altezza. È frequentata tutto l’anno da sciatori e da turisti che vogliono ammirare il Monte Rosa da una vista unica.

 

Madonna delle Nevi

Una volta raggiunto il Monte Moro con la Funivia, è possibile fare una scalinata e raggiungere la Madonna delle Nevi, una statua dorata che osserva il panorama sul Monte Rosa. Questa parete di roccia è punto cruciale di un sentiero che conduce anche al Lago Smeraldo, che arricchisce ancora di più la spettacolare parete orientale del Monte Rosa.

 

Museo miniera d’oro della Guia

La zona del Monte Rosa non è solo montagna, fiumi e vallate, ma anche storia e tradizione. La miniera d’oro della Guia è un museo accessibile a tutti con un percorso complessivo di andata e ritorno di circa 1,5 km. Nelle caratteristiche gallerie della miniera è possibile scoprire i metodi di estrazione e una storia ultracentenaria fatta di architetture tradizionali e reperti rari.

 

Scopri di più sulla stazione ad alta potenza Ewiva a Macugnaga (VB)

Tutti i modi per ricaricare con Ewiva

Ewiva sta costruendo la più grande rete di ricarica pubblica ultra-veloce in Italia, un’infrastruttura sempre accessibile e alimentata al 100% da energia rinnovabile, distribuita in maniera capillare in tutta Italia da nord a sud. Ewiva ricopre il ruolo di CPO (Charging Operation Partner) e si occupa di installare e gestire le infrastrutture di ricarica sul territorio.

 

Gli e-driver locali e i turisti che scelgono di scoprire il territorio italiano in elettrico hanno a disposizione diverse soluzioni per ricaricare la propria auto con Ewiva:

 

1. Con carta o bancomat

Puoi pagare in modalità contactless con carte di debito, credito o prepagate dei circuiti Mastercard, Visa, Vpay e Maestro, o tramite Apple Pay e Google Pay.

Ti basterà selezionare “Carta di credito” e passare la carta o il device sul POS. Quando ricarichi con carta o bancomat il terminale blocca sul conto collegato alla carta un importo di pre-autorizzazione standard di 60€; una volta registrato l’importo effettivo, il residuo – al netto dell’addebito – verrà sbloccato con tempistiche che dipendono dall’istituto bancario. Qui trovi la lista delle stazioni di ricarica dove è possibile ricaricare pagando col POS.

 

2. Con app o carta RFID

Per ricaricare con app o carta RFID, puoi scegliere uno degli MSP (Mobility Service Provider) partner di Ewiva, che gestiscono i servizi di ricarica. Raggiunta la stazione Ewiva, seleziona la presa tramite l’app o avvicinando la carta RFID al lettore della colonnina e scegli il connettore a schermo; puoi quindi collegare il cavo al veicolo e avviare la sessione. Una volta raggiunto il livello di percentuale desiderato, puoi terminare la ricarica avvicinando la carta RFID e cliccando su “termina”. Infine, dovrai staccare il cavo e riporlo nell’alloggio.

 

3. Plug & charge

Il Plug&Charge è una modalità innovativa di fruizione di ricarica, sempre presente sulle stazioni Ewiva e che in futuro sarà sempre più diffusa. Se guidi un’auto elettrica abilitata, il tuo fornitore di servizi di ricarica (MSP) include il Plug&Charge ed è interoperabile con Ewiva, puoi ricaricare semplicemente collegando il veicolo alla colonnina. Ti basterà recarti alla stazione Ewiva, aprire lo sportellino del veicolo, staccare il connettore dalla colonnina e collegarlo all’auto. In pochi secondi, la ricarica parte in automatico grazie al “dialogo” tra colonnina e vettura. Per terminare la ricarica, basterà premere “stop” sul display della colonnina, staccare il connettore dall’auto e riporlo al suo posto.

 

Quali veicoli possono ricaricare alle stazioni Ewiva?

A prescindere dalla marca del veicolo, è sempre possibile accedere alle colonnine Ewiva: è necessario che veicolo sia abilitato alla ricarica in corrente continua (DC – anche detta ricarica in Modo 4) e che sia compatibile alle prese di tipo CCS Type 2, in linea con lo standard europeo e comuni al maggior numero di veicoli. In alcuni siti di ricarica Ewiva sono disponibili, inoltre, le prese di tipo CHAdeMO.

 

 

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Frenata rigenerativa: il segreto delle auto elettriche per risparmiare energia

Le auto elettriche rappresentano l’avanguardia dal punto di vista tecnologico e ingegneristico, portando innovazioni continue in termini di sostenibilità, efficienza e sicurezza; tra queste, la frenata rigenerativa occupa un ruolo chiave. Questo sistema permette di recuperare l’energia cinetica generata dalle auto elettriche durante i rallentamenti e gli arresti. Ma come funziona, e quali vantaggi offre?

 

La differenza con la frenata tradizionale

Per comprendere l’importanza della frenata rigenerativa, è utile fare un confronto con il sistema tradizionale di frenata, tipico dei veicoli a combustione. Nei motori termici, la frenata funziona attraverso l’attrito: quando si preme il pedale del freno, le pinze esercitano pressione sui dischi delle ruote, convertendo l’energia cinetica accumulata in calore. Questo calore, generato dall’attrito tra i freni e il terreno, viene disperso e sprecato. Al contrario, la frenata rigenerativa recupera questa energia, trasformandola in elettricità.

 

Come funziona la frenata rigenerativa

Il principio alla base della frenata rigenerativa è semplice ma ingegnoso: durante il rallentamento il motore elettrico si comporta come un generatore, convertendo l’energia cinetica in energia elettrica che viene immagazzinata nella batteria. Nella fase di accelerazione, invece, il motore utilizza l’energia della batteria per alimentare il veicolo. Questo processo consente di recuperare una parte significativa dell’energia che altrimenti andrebbe persa.

 

Per ottimizzare l’efficienza del sistema, è possibile adattare lo stile di guida: rilasciare gradualmente l’acceleratore prima di frenare permette di sfruttare al massimo il recupero energetico, rendendo più fluide e meno brusche le decelerazioni frequenti, tipiche della guida in città. Il risultato è un miglior controllo del veicolo, riducendo scatti improvvisi e migliorando la sicurezza.

 

I vantaggi della frenata rigenerativa

Oltre a migliorare la sicurezza e la maneggevolezza del veicolo, la frenata rigenerativa offre numerosi vantaggi legati alla durata delle componenti. Il sistema riduce l’usura dei freni e delle batterie, prolungandone la vita utile e diminuendo la necessità di manutenzione. Questo si traduce in un risparmio economico e in una riduzione dei costi di manutenzione, già inferiori rispetto ai veicoli tradizionali.

 

Inoltre, il sistema ha un impatto positivo sull’ambiente: ridurre lo spreco energetico significa una minore emissione di CO2, poiché l’usura dei freni contribuisce in maniera importante all’inquinamento atmosferico. La frenata rigenerativa rappresenta, quindi, un ulteriore passo in avanti verso la sostenibilità, riducendo non solo i consumi ma anche, complessivamente, l’impatto ambientale.

 

Fonti:

Il sistema di recupero dell’energia in frenataVolkswagen Italiahttps://www.volkswagen.it › … › Tecnologia ID.

Frenata rigenerativa: cos’è, come funziona, vantaggi, …La Gazzetta dello Sporthttps://www.gazzetta.it › Gazzetta Motori › La mia auto

Le batterie delle auto elettriche: falsi miti da sfatare

Le batterie sono una componente fondamentale delle auto elettriche ma anche uno dei suoi elementi più discussi, sia quando si parla di prestazioni che quando si analizza l’impatto ambientale delle BEV.

 

Il fatto che tra i principali componenti dei sistemi di accumulo ci siano materiali come litio, cobalto o nichel alimenta il timore che smaltire le batterie possa essere un problema e avere un impatto negativo sull’ambiente; inoltre, ci sono spesso dubbi rispetto allo smaltimento delle batterie stesse una volta che non sono più in grado di accumulare l’energia necessaria ad alimentare le vetture elettriche. Ma è davvero così?

 

Le batterie non finiscono in discarica

Partiamo col dire che in Europa lo smaltimento delle batterie in discarica è vietato: una volta terminato il primo ciclo di vita le batterie possono essere riutilizzate per altri scopi, mentre quando la batteria è del tutto inutilizzabile è obbligatorio il riciclo dei materiali e dei componenti.

 

Negli ultimi anni in UE è stato avviato un piano ambizioso con cui, entro il 2031, innalzare tra l’80 e il 90% le percentuali di recupero mirato di materiali rari come litio, cobalto, rame, piombo e nichel.

 

Un programma che consente di risparmiare sulla ricerca e sulla lavorazione interna delle materie prime, tagliando le attività minerarie: una vera e propria opportunità per l’Italia e per tutti gli altri stati europei per acquisire indipendenza industriale, crescita economica, produttiva e occupazionale, senza rinunciare al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale per cui l’elettrificazione della mobilità privata è già un tassello fondamentale.

 

La seconda e la terza vita delle batterie

Prima di essere smaltita, la batteria di un’auto elettrica può vivere una seconda e, in alcuni casi, anche una terza vita; indicativamente, la maggior parte delle case automobilistiche garantisce la batteria per 8 anni. Al termine del suo primo ciclo di vita si misura lo stato di salute (State of Health, SoH), ovvero la sua capacità di accumulo dell’energia rispetto al suo stato originale, e in base a questa percentuale esistono tre strade:

 

– Quando la batteria ha una capacità di accumulo superiore al 75% può essere utilizzata per altri scopi, come ad esempio all’interno di sistemi di accumulo statico.

– Con una capacità compresa tra il 65% e il 75% la batteria può essere ricondizionata: viene disassemblata, riparata e riportata alla sua capacità di accumulo originale

– Le batterie con una percentuale inferiore al 65% devono essere obbligatoriamente riciclate secondo le normative dell’Unione Europea.

 

Riciclo delle batterie: non un problema ma una risorsa

Nuove destinazioni di utilizzo, minore dipendenza dall’importazione di materie prime, creazione di nuovi posti di lavoro in tutta Europa. Il riciclo e il riutilizzo delle batterie non solo porta vantaggi ambientali e industriali, ma attiva un ciclo di economia circolare che potenzialmente genera profitti economici molto importanti per l’Italia e per gli altri stati membri.

 

Si stima che in Europa al 2050 il riciclo delle batterie delle auto elettriche creerà un giro d’affari da 6 miliardi di euro; in Italia, senza valutare l’indotto e prendendo in considerazione solo le batterie delle auto elettriche presenti sul territorio, si stimano 600 milioni di euro di ricavi.

 

Fonti:

https://www.motus-e.org/studi_e_ricerche/il-riciclo-delle-batterie-dei-veicoli-elettrici-2050-scenari-evolutivi-e-tecnologie-abilitanti/

https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2023/07/10/council-adopts-new-regulation-on-batteries-and-waste-batteries/#:~:text=Il%20regolamento%20prevede%20livelli%20minimi,al%206%25%20per%20il%20nichel.

https://www.tecnobattery.it/2023/03/ciclo-di-vita-delle-batterie-al-litio-e-al-piombo/

 

State of Charge (SoC): di cosa si tratta e perché è importante

Lo State of Charge (SoC) rappresenta lo stato di carica di una batteria, misurato in relazione alla sua capacità totale: si tratta di un indicatore fondamentale, che riflette la quantità di energia disponibile all’interno della batteria. Il SoC fornisce un’indicazione chiara dell’energia rimanente prima che la batteria si esaurisca, risultando cruciale per il monitoraggio e la gestione della batteria stessa.

 

È fondamentale, per garantire prestazioni elevate e una lunga vita utile alle batterie delle auto elettriche, implementare strategie efficaci di gestione dello State of Charge: un SoC ben monitorato e mantenuto all’interno di intervalli ottimali non solo preserva lo stato di salute della batteria (State of Health, SoH), ma contribuisce anche a migliorare l’efficienza energetica e la sicurezza del veicolo.

 

Perché monitorare lo State of Charge?

Un monitoraggio accurato dello State of Charge è essenziale per garantire prestazioni ottimali, sicurezza e longevità della batteria. Ci sono tre ragioni per monitorarlo accuratamente:

 

1. Ottimizzazione delle prestazioni

Conoscere il SoC consente di ottimizzare l’uso della batteria, evitando situazioni di sovraccarico o scarica completa che potrebbero danneggiare le celle e ridurre la vita utile della batteria stessa.
Inoltre, è fondamentale cercare di evitare temperature estreme: un eccessivo surriscaldamento durante l’uso o la ricarica può accelerare il degrado delle celle. Un monitoraggio continuo aiuta anche a pianificare con precisione l’autonomia residua, migliorando l’efficienza complessiva del veicolo.

 

2. Aumento della sicurezza

Un monitoraggio adeguato del SoC è cruciale per la sicurezza operativa. Le batterie sovraccaricate o scaricate eccessivamente possono diventare instabili, aumentando il rischio di surriscaldamento. Invece di attendere che la batteria si scarichi completamente, è consigliabile effettuare ricariche frequenti senza raggiungere il 100%: questo riduce lo stress e migliora l’efficienza nel lungo periodo.

 

3. Gestione energetica efficiente

Mantenere il SoC entro un range ottimale, generalmente compreso tra il 20% e l’80%, assicura una gestione energetica efficiente e una maggiore durata del sistema. Infatti, operare entro questo intervallo riduce lo stress sulle celle della batteria, prolungandone la vita operativa e migliorando l’efficienza del ciclo di carica-scarica.

 

Sistemi di gestione della batteria (BMS)

Il Battery Management System (BMS) è il cuore del sistema di gestione delle batterie nelle auto elettriche: questo componente essenziale monitora continuamente lo stato delle celle della batteria, analizzando parametri come la tensione, la corrente e la temperatura. Il BMS calcola in tempo reale lo State of Charge, permettendo al veicolo di ottimizzare il consumo di energia e prevenire potenziali problemi come sovraccarichi o scariche eccessive, che possono ridurre drasticamente la vita utile della batteria.

 

Nel contesto delle auto elettriche, il BMS svolge anche un ruolo cruciale nella gestione termica, evitando che la batteria si surriscaldi durante la ricarica o l’uso intenso. Un BMS avanzato può bilanciare le celle della batteria, garantendo che tutte operino in modo uniforme e migliorando l’efficienza complessiva del sistema.

 

Lo State of Charge quindi è un parametro necessario per la corretta gestione e ottimizzazione delle batterie; con una buona gestione del SoC è infatti possibile garantire prestazioni ottimali, maggiore sicurezza e un aumento della durata utile delle batterie.

Smart Mobility: il futuro della mobilità urbana

La Smart Mobility rappresenta il futuro dello sviluppo della mobilità sostenibile: grazie all’implementazione di una serie di diverse tecnologie, infrastrutture e soluzioni, è infatti possibile integrare efficienza, digitalizzazione e sostenibilità, migliorando non solo la qualità della vita delle persone in ambito urbano, ma rendendo al contempo gli spostamenti e i viaggi sempre più ecologici e sostenibili.

 

Il concetto di Smart Mobility abbraccia una vasta gamma di soluzioni: dall’adozione sempre più estesa della mobilità elettrica, sia privata che condivisa, fino al potenziamento dei trasporti pubblici e della mobilità dolce, con l’obiettivo di ridurre il traffico e ottimizzare gli spostamenti.

 

Per promuovere una mobilità davvero sostenibile e accessibile a tutti è fondamentale, inoltre, lo sviluppo di una estesa e capillare rete di ricarica per veicoli elettrici. L’installazione di stazioni di ricarica ultra-veloce e ad alta potenza, come quelle che sta costruendo Ewiva in Italia, è essenziale per incentivare una sempre maggiore diffusione delle auto elettriche, riducendo i tempi di ricarica e rendendone più vantaggiosa e pratica l’adozione.

 

Per rendere le città sempre più sostenibili, in un’ottica di Smart Mobility è importante una sempre maggiore sinergia e integrazione tra differenti mezzi di trasporto, supportata dall’implementazione di servizi digitali che ottimizzano i percorsi e migliorano l’efficienza.

 

In questo contesto, l’interoperabilità tra diversi sistemi di trasporto pubblico e privato permette una pianificazione degli spostamenti sempre più fluida ed efficiente, riducendo di conseguenza il traffico e l’inquinamento.

 

Per sfruttare appieno i benefici della Smart Mobility, è essenziale tenere in considerazione i seguenti principi:

 

1. Promuovere l’adozione di soluzioni di mobilità sostenibili e integrate: incentivare l’interoperabilità e l’integrazione tra mezzi di trasporto privati, sistemi di trasporto pubblico e servizi digitali per la pianificazione degli spostamenti.

 

2. Incentivare l’adozione della mobilità elettrica: non solo tramite incentivi per l’acquisto dei veicoli, ma garantendo benefici per gli e-driver e implementando politiche a sostegno della diffusione delle stazioni di ricarica.

 

3. Incentivare l’uso del trasporto pubblico: migliorare la qualità, la frequenza e l’accessibilità del trasporto pubblico, rendendolo una soluzione di mobilità efficiente e sostenibile.

 

4. Implementare soluzioni di mobilità condivisa: promuovere l’utilizzo di servizi di car-sharing e bike-sharing, incentivandone l’utilizzo integrato con altre modalità di trasporto sostenibili.

 

La transizione verso una Smart Mobility richiede la collaborazione tra amministrazioni pubbliche, aziende private e cittadini, con l’obiettivo comune di creare città più vivibili, sostenibili e pronte per le sfide future della mobilità.

 

Fonti:

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX%3A52020DC0789

https://corporate.enelx.com/it/question-and-answers/what-is-a-smart-city

https://www.nomadia-group.com/it/risorse/blog/vantaggi-e-sfide-della-smart-mobility/

Che cos’è la curva di ricarica e perché è importante per la salute della batteria

La curva di ricarica di un’auto elettrica descrive il modo in cui la velocità di ricarica varia nel tempo mentre la batteria accumula energia. La batteria non assorbe l’energia in maniera uniforme durante tutto il processo di ricarica; la velocità infatti è influenzata sia dalla potenza istantanea erogata della colonnina, sia da quella massima che può assorbire la batteria stessa – oltre che, in misura minore, dalla temperatura.

 

Immaginiamo di dover riempire un bicchiere d’acqua fino all’orlo senza farlo traboccare: probabilmente riempiremo rapidamente il bicchiere fino a tre quarti, per poi dosare con attenzione la portata dell’acqua man mano che ci avviciniamo al bordo.

 

Il processo di ricarica funziona in modo simile: l’energia si accumula più rapidamente nella prima fase, quando la batteria è quasi scarica, e rallenta progressivamente man mano che ci si avvicina al 100%. Questo comportamento diventa particolarmente evidente quando la carica supera l’80%: a questo punto, la velocità di ricarica diminuisce sensibilmente per prevenire surriscaldamenti e quindi il potenziale deterioramento della batteria. Questo approccio è essenziale per prolungare la vita utile della batteria stessa.

 

I sistemi operativi delle auto elettriche adottano diverse strategie per gestire in modo intelligente il processo di ricarica e preservare la batteria:

 

– Controllo della temperatura: la gestione termica è indispensabile per evitare surriscaldamenti che possono compromettere le funzioni primarie della batteria. Avanzati sistemi di monitoraggio analizzano costantemente la temperatura durante la ricarica, attivando meccanismi di raffreddamento o riscaldamento per mantenere le condizioni ottimali.

 

– Modulazione della velocità di ricarica: come già accennato, la velocità di ricarica è modulata per essere più rapida all’inizio e più lenta verso la fine. Questo aiuta a preservare la batteria e migliora l’efficienza complessiva del processo di ricarica.

 

– Algoritmi di ottimizzazione: software dedicati analizzano lo stato della batteria e ottimizzano il flusso di ricarica, garantendo che ogni cella della batteria riceva la quantità corretta di energia.

 

La salute e la longevità della batteria dipendono anche dalle abitudini degli e-driver. Per ottimizzare l’efficienza e prolungare la vita della batteria dell’auto elettrica, è utile seguire alcuni consigli pratici:

 

– Monitorare lo stato della batteria: è consigliabile mantenere il livello di carica della batteria tra il 20% e l’80%, evitando di raggiungere il 100% ad ogni ricarica. In questo modo, si riduce lo stress sulle celle della batteria.

 

– Variare le modalità di ricarica: la ricarica ultra-rapida, come quella offerta dalla rete Ewiva, è la soluzione ideale per fare il pieno di energia alla massima velocità; è consigliabile comunque ricaricare la propria auto in base alle proprie esigenze, scegliendo altre modalità di ricarica, come quella lenta, in base alle necessità e ai casi d’uso.

 

– Prestare attenzione alle temperature estreme: la ricarica in condizioni climatiche estreme, sia di caldo che di freddo, influisce negativamente sia sul processo di ricarica che sulla salute della batteria. In questi casi, è importante scegliere il momento più adatto della giornata per ricaricare, preservando così l’auto da condizioni climatiche avverse.

 

Fonti:

https://www.ansa.it/canale_motori/notizie/componentie_tech/2022/07/18/rischi-grande-caldo-come-reagiscono-le-auto-elettriche_8736468a-5c84-4513-b98c-9e64c29cfec0.html

https://modo.volkswagengroup.it/it/mobotica/auto-elettriche-conta-piu-la-capacita-o-la-velocita-di-ricarica

https://www.audi-mediacenter.com/en/press-releases/audi-e-tron-models-with-high-charging-performance-12758

Punto di ricarica elettrica, colonnina e stazione: facciamo chiarezza e scopriamo le differenze

Conoscere le parole che compongono il lessico della mobilità elettrica è fondamentale per comprendere fino in fondo le sue peculiarità e potenzialità. Con l’ABC di seguito scopriamo quali sono le differenze tra stazione, colonnina e Punto di ricarica elettrica (Point Of Charge – POC).

 

Con la definizione di “stazione di ricarica eletttrica” si intende il sito di ricarica nel suo complesso: include quindi le singole colonnine e tutti gli elementi che permettono agli utenti di usufruire del servizio, come l’intera area di manovra e parcheggio con gli stalli per le auto in ricarica e la cabina elettrica che permette l’erogazione dell’energia alla stazione stessa.

 

Ogni stazione di ricarica Ewiva è pensata per rispondere alle differenti esigenze degli e-driver e venire incontro alle necessità dei partner che la ospitano. Ewiva offre diverse soluzioni in questo senso: le stazioni Ewiva vanno dalla più piccola Standalone, che include una sola colonnina, fino alla soluzione Premium, che include ben 7 colonnine ad alta potenza e può essere dotata di pannelli fotovoltaici e una area lounge per gli e-driver con servizi igienici, punto ristoro e area relax.

 

In ogni stazione di ricarica, si trovano le “infrastrutture di ricarica” (IdR), più comunemente conosciute come colonnine, che rappresentano il cuore della stazione e del servizio all’utente: Ewiva impiega colonnine ultra-fast ad alta potenza, che erogano dai 100 ai 300kW di potenza, permettendo agli e-driver di ricaricare la propria auto in circa 20 minuti.

 

Ogni colonnina, infine, può includere uno o più punti di ricarica dove gli e-driver – tramite il cavo connettore – possono ricaricare la propria auto, anche in contemporanea su una stessa colonnina se questa possiede più punti di ricarica. Il “punto di ricarica” (point of charge – PoC), infatti, corrisponde alla presa vera e propria e, dunque, il numero totale dei punti di ricarica è un indicatore importante per comprendere lo stato di diffusione della rete. Secondo l’ultimo report di Motus-E, aggiornato a marzo 2024, in Italia sono attivi oltre 54.000 punti di ricarica distribuiti in più di 18.500 stazioni, con un aumento del 38% rispetto allo stesso periodo del 2023.

 

Di questi oltre 3000 sono punti di ricarica ultra-fast, il segmento in cui opera Ewiva, che sta contribuendo allo sviluppo di una rete di ricarica ad alta potenza sempre più capillare da Nord a Sud e fino a giugno 2024 ha realizzato oltre 1.200 punti di ricarica.