La transizione dei trasporti verso l’elettrico porta diversi benefici, rappresentando una soluzione fondamentale per mitigare l’impatto sull’ambiente e sulla salute umana derivante dalla circolazione di auto tradizionali su strada. Riducendo drasticamente le emissioni di gas serra e particolato atmosferico, le vetture elettriche contribuiscono a contrastare il cambiamento climatico, migliorando l’impatto della mobilità sulla quantità di emissioni a livello globale.
Sul fronte ambientale, inoltre favoriscono la transizione verso fonti energetiche rinnovabili di cui la rete di ricarica si alimenta, riducendo inoltre l’inquinamento acustico nelle aree urbane. Per la salute, eliminano le emissioni di particolati fini, ossidi di azoto e composti chimici, responsabili di malattie respiratorie, cardiovascolari e cancro. La transizione elettrica della mobilità privata, quindi, è un tassello fondamentale per prevenire malattie e inquinamento atmosferico, migliorando la qualità dell’aria e riducendo di conseguenza l’esposizione degli esseri umani a tossine e altre sostanze dannose.
Per questi motivi le amministrazioni comunali di un numero sempre maggiore di città, i luoghi dove si concentra la popolazione, stanno progressivamente adottado delle misure che monitorano gli standard sulle emissioni dei veicoli in circolazione nei centri urbani, o intervenendo attraverso la pedonalizzazione dei centri o la creazione di zone esclusive per veicoli a emissione molto bassa, in cui rientrano perlopiù veicoli elettrici. Quando si tratta di emissioni allo scarico, infatti, esistono dei veicoli che sono a bassissimo impatto, fino a essere classificati in una speciale categoria dedicata, gli “Ultra-Low Vehicle Emission” (ULEV). Scopriamo di cosa si tratta.
Definizione di ULEV
Un Ultra-Low Emission Vehicle (ULEV), o Veicolo a Emissioni Ultra-Basse, è un tipo di veicolo progettato per emettere livelli estremamente ridotti di inquinanti atmosferici rispetto ai veicoli tradizionali a combustione interna. Nel contesto normativo, un ULEV è definito come un veicolo che produce meno di 75 grammi di CO₂ per chilometro percorso (g/km) e soddisfa gli standard Euro 6 sulle emissioni di ossidi di azoto (NOx) e particolato (PM).
Questa categoria include principalmente ibridi plug-in (PHEV) e i veicoli elettrici puri (BEV), che – grazie alla totale assenza di emissioni allo scarico – a loro volta sono classificabili come ZEV (Zero Emission Vehicle); per chiarire meglio la differenza, un ULEV è un veicolo a emissioni ultra-basse, che emette ancora gas di scarico, ma in quantità molto ridotte rispetto a un’auto tradizionale. Mentre uno ZEV è un veicolo a emissioni zero allo scarico, che non produce alcuna emissione di CO₂, NOx o altri gas inquinanti.
È importante considerare anche le emissioni indirette e quelle sull’intero ciclo di vita dell’auto
(dalla produzione allo smaltimento), dove l’elettrico mostra benefici netti rispetto ai veicoli tradizionali, grazie alla maggiore efficienza e all’uso di fonti rinnovabili: questo risultato è stato confermato anche in prospettiva futura, con il progredire delle varie tecnologie, da una recente analisi dell’inquinamento degli interi cicli di vita delle automobili con alimentazioni differenti.
Come si stabilisce se un veicolo è un ULEV
Il termine ULEV origina dagli standard della California Air Resources Board (CARB), e fa riferimento a limiti specifici per idrocarburi non metanici (NMOG), monossido di carbonio (CO), NOx e particolati. I requisiti presenti in Unione Europea e Regno Unito si concentrano sulle emissioni CO₂, con requisiti aggiuntivi per le plug-in. I dati, in Europa, sono ottenuti da test in laboratorio e su strada (Real Driving Emissions – RDE). Benefici fiscali, come incentivi o esenzioni da congestion charge, sono spesso legati a questa certificazione.