In occasione della Giornata Internazionale della Donna, Ewiva ha scelto di ricordare le vicende di tre donne che in maniera diversa hanno segnato per sempre la storia dell’automobile. Per decenni il binomio donne e motori è stato accompagnato da pregiudizi e stereotipi privi di fondamento. Eppure, fin dai suoi albori, le donne hanno dato un contributo decisivo allo sviluppo tecnologico del settore dell’auto e della mobilità attraverso invenzioni, che ancora oggi sono componenti fondamentali in tutti i modelli di auto, o con imprese pionieristiche di grande ispirazione che sono un manifesto alla parità di genere.
Mary Anderson e l’invenzione del tergicristallo
Originaria dello stato dell’Alabama, nonché dotata di uno spirito di osservazione molto acuto ed una vivace intraprendenza che l’ha portata a diventare imprenditrice, Mary Elizabeth Anderson è l’inventrice del tergicristallo.
Nel 1903, durante un viaggio a New York, si accorse che gli automobilisti facevano fatica a guidare quando pioveva o nevicava, in quanto costretti a fermarsi di continuo per pulire il parabrezza; proprio da qui, ebbe l’intuizione di creare un oggetto in grado di pulire il vetro per rendere la guida più facile e sicura. Con l’aiuto di un designer progettò la prima versione del tergicristallo, che consisteva in un semplice braccetto meccanico a cui era agganciata una spatola di gomma che si azionava con una leva dall’interno dell’abitacolo.
Mary Anderson depositò il brevetto di questa geniale invenzione, e dopo pochi anni le case automobilistiche iniziarono a installare il tergicristallo sulle automobili, rendendolo nel tempo un oggetto indispensabile se non addirittura imprescindibile.
Questa innovazione ha migliorato notevolmente l’esperienza di guida, contribuendo a ridurre gli incidenti stradali causati dalla scarsa visibilità. Mary Anderson, grazie alla sua genialità e caparbietà, ha legato per sempre il suo nome alla storia dell’automobile e del viaggiare in modo sicuro.
Margaret Wilcox e la comodità dell’abitacolo
Se l’abitacolo delle nostre auto è oggi un luogo di comfort lo dobbiamo anche all’invenzione di Margaret Wilcox, che già nel 1893 arrivò a brevettare un sistema per riscaldare l’interno delle vetture. L’ingegnere di origine americana, tra le prime donne dell’industria automobilistica dei tempi, progettò una camera di combustione posta sotto l’auto che sfruttava il calore del motore per riscaldare dell’acqua presente al suo interno. Un sistema di tubi faceva circolare l’acqua calda sotto l’abitacolo, rendendo la vettura più accogliente nei giorni più freddi. L’invenzione, tuttavia, presentava un limite di fondo, ovvero non integrava un sistema di regolazione del calore: quindi, più il viaggio era lungo e più la temperatura aumentava. Anche per questo, all’inizio, la sua invenzione fu accolta con scarso interesse: nessuno decise di investire in questa idea, e Margaret Wilcox morì nel 1912 senza riuscire a vederla realizzata nemmeno su una vettura. Nel 1929, sulla base del suo brevetto, una casa automobilistica americana perfezionò il sistema aggiungendo la possibilità di regolare la temperatura e mise in commercio la prima vettura al mondo dotata di un sistema di riscaldamento dell’abitacolo. Margaret Wilcox, con la sua intuizione, ha dato un contributo decisivo all’industria dell’automobile consentendo di viaggiare in modo confortevole.
Clärenore Stinnes e il giro del mondo in auto
Clare Eleonore Stinnes, la prima persona a compiere il giro del mondo in auto, è nata nel 1901 in una famiglia di imprenditori tedeschi; intraprendente e appassionata di motori, ha intrapreso con successo la carriera di pilota di auto corsa in un periodo dove vedere una donna al volante era tutt’altro che scontato. La sua grande impresa inizia nel 1927, quando decide di intraprendere un viaggio in auto intorno al mondo accompagnata dal fotoreporter svedese Carl-Axel Söderström, da due meccanici e dal suo cane Lord. Partono da Francoforte verso est, attraversando i Balcani, la Siberia e il Deserto del Gobi per arrivare a Pechino. Il gelo, i guasti e altre innumerevoli avversità affrontate in questa prima parte del viaggio spingono i meccanici ad abbandonare l’impresa. Clärenore e Carl proseguono il loro viaggio da soli attraverso il Giappone per poi imbarcarsi a bordo di una nave che li porterà in America. Percorrono il Sudamerica affrontando le impervie strade delle Ande e la trappola delle sabbie mobili, per poi risalire verso Nord fino a raggiungere New York. Qui si imbarcano di nuovo per tornare in Europa entrando a Berlino dopo oltre due anni di viaggio e 46.758 chilometri percorsi completando così, prima persona nella storia, il primo giro del mondo in automobile.